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Editoriale

Se viene meno la fiducia, la democrazia è più povera.

La democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate finora…. Ora, a posteriori, non si può che confermare l’affermazione di Winston Churchill in quanto l’istituzione democratica sembra apparire sempre più fragile; ciò scaturisce da una crescita costante, diffusa e malcelata, di mancanza di fiducia nei suoi confronti da parte di molti cittadini. La fiducia nella democrazia, intesa quale spontanea capacità di assegnamento su chi è liberamente eletto, sta a fondamento del vivere civile nelle società occidentali. Nelle nostre realtà, nei sobborghi, nei quartieri periferici come nelle grandi città, si osserva una persistente caduta di aspettative, nei confronti della politica, delle Istituzioni, della Chiesa, dell’economia… nonché del sociale: le famiglie, nelle difficoltà, si sentono trascurate, se non abbandonate. Ed è proprio questa elusione delle attese dei cittadini, da parte di istituzioni e corpi intermedi, che sta determinando una disfunzione di questo ordinamento. 

Ora, per recuperarne pienamente la dimensione nel vivere sociale, s’impone, all’attenzione della collettività, la necessità di un condiviso recupero di una certa onestà intellettuale, nonché di una nuova forma di alfabetizzazione politica, culturale e sociale, capace di promuovere un atteggiamento costruttivamente critico verso la realtà. Atteggiamento che sia distante da ogni pregiudiziale nei confronti di pareri e proposte avanzate da quanti sono portatori di prospettive e culture diverse dalla nostra.  Questo processo non può che avere alla sua base un riconoscimento reciproco: Tu vali quanto me. Il rischio del venir meno della struttura democratica si diffonde a motivo del contrarsi del concetto stesso di sovranità popolare. Questa viene percepita dai cittadini non più quale condizione per l’affermazione di un’uguaglianza politica, nell’ottica del principio una testa, un voto, ma in una visione individualistica e libertaria, relativistica: ogni opinione vale quanto le altre su pressoché tutti gli argomenti. Ciò che è assoluto lo si ridimensiona a una questione di opinione, di gusto: si diffondono così stupidaggini, bufale e false verità. Accade così che l’efficacia delle nuove tecnologie si combini con l’antico desiderio di aver ragione a tutti i costi

Il venir meno della fiducia ostacola la costruzione di una società nuova orientata da principi etici, edificata, eretta su uno stile di vita sostenibile, idonea a combattere le disuguaglianze e apportatrice di tutele volte a proteggere e sostenere i più deboli e vulnerabili. Sarà dunque prioritario ripartire da un impegno condiviso e responsabile, per costruire una comunità capace di democrazia plurale e ricca di senso. Sarà necessario adoperarci tutti per favorire e alimentare un clima di coesione e di reciprocità. Meglio il meno peggio, …e che il “peggio” venga meno!

don Francesco Poli