Nel precedente numero del Bollettino i gruppi del volontariato che operano in parrocchia a diverso titolo hanno espresso pubblicamente il più sentito ringraziamento a don Ubaldo per i vent’anni di apostolato svolto nella nostra comunità.
Ora tutti i fedeli si preparano alla festa dell’accoglienza in occasione dell’ingresso del nuovo pastore: don Francesco Poli.
Così egli comincerà a conoscere i mille volti del nostro volontariato, nato in lontane epoche certamente più sensibili ai richiami della solidarietà quando gioie e dolori venivano vissuti da tutti gli abitanti del territorio con notevole partecipazione. Alcuni di questi valori sono fortunatamente ancora presenti a Colognola, nonostante gli attacchi dell’urbanizzazione e delle mode offerte dalla modernità, perché in molta gente albergano tutt’ora sentimenti che in passato segnarono lunghi tratti della nostra storia.
Ecco allora l’importanza dell’accoglienza, quel ricevere presso di sé che affonda le proprie radici nell’atto compiuto da Dio stesso nei confronti di Gesù. Egli sacrifica il figlio prediletto perché si faccia espressione di accoglienza dell’universo intero. E così, partendo da San Paolo, nella lettera ai Romani, fino a Papa Francesco, questo principio è andato sempre più ad impreziosire il nostro credo e la nostra fede.
Quando gli Apostoli motivano e fondano il senso profondo del Cristianesimo nell’atto dell’accoglienza reciproca fra i fedeli, essi si rifanno appunto alla scelta compiuta da Dio stesso quando sacrifica il figlio unigenito a morte certa per indicare all’uomo la strada da percorrere per ritornare alla ‘sua casa’; qui Dio è pronto ad accoglierlo nella grande famiglia dove regna incontrastato l’amore.
“ Per questo motivo uomini e donne iniziano a costruire la Città di Dio”, scrive Sant’Agostino, “attraverso il gesto dell’accoglienza – prosegue – le famiglie continuano a compiere l’atto redentivo di Cristo, quel Cristo che accoglie tutti noi, diventa visibile e si impianta nella storia”.
Benedetto XVI parla di una ‘Città dell’Uomo’ basata esclusivamente sul rapporto diritto-dovere, ma ancor prima sull’ accoglienza, la relazione, la comunione e la misericordia e Papa Francesco invita tutto il genere umano ad entrare nelle chiese, che sono sempre aperte, perché si compiano le parole del Cristo quando disse: “Accoglietevi gli uni con gli altri come io ho accolto voi”.
Cerchiamo allora di rivivere le esperienze più dolci di quando poveri, bisognosi e soli ci siamo sentiti accolti dal fratello e dal Signore ed operiamo costantemente per conservare cuore e mani aperti e pronti all’incontro con l’altro, così come oggi dobbiamo esserlo verso il nuovo parroco Francesco Poli che si presta ad accogliere noi stessi e i nostri problemi.
Gianni Barachetti