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Editoriale

“ECCO: FACCIO NUOVE TUTTE LE COSE!”

Maggio-2013Con questo titolo, nel marzo scorso, avevo scritto l’editoriale. Si era in piena Quaresima “tempo di silenzio riflessivo e di preghiera” non solo per la Liturgia, ma anche per la Chiesa (dimissioni del Papa, la stampa martellante sui mali della Chiesa) e per l’Italia (incertezza sul futuro politico a causa dei risultati elettorali). E avevo concluso: “Preghiamo il Signore, affidiamoci a Lui. Noi sappiamo che presto sarà Pasqua, risurrezione, vita nuova: nuova per ciascuno di noi, ma pure per la Chiesa e per l’Italia”.

È venuta la Pasqua; con tutto il cuore spero che ciascuno di noi si sia lasciato attrarre dal Cristo Crocifisso e Risorto (“Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me!”), Lui, il vincitore sul male e sul peccato, ci ha coinvolti in questa vittoria, dandoci forza e luce per una vita orientata al bene: bene personale, ma anche comunitario. Spero pertanto che il “nuovo” stia crescendo in ciascuno di noi: nuovi nella mente, nel cuore, nell’agire; nuovi perché ora vediamo le persone in modo positivo e propositivo; nuovi perché certi che a condurre la storia è Lui, il Risorto, il Vivente, l’Emmanuele, il Dio con noi!

E qualche segno di novità, dopo giorni di forte trepidazione, si nota anche nella nostra Italia: pare stia crescendo un clima di speranza e di fiducia. È ancora troppo presto per lasciare spazio all’ottimismo, tuttavia qualche luce sembra brillare.

È però nella Chiesa che i segni di novità sono alquanto visibili. Sembra sia in atto una inversione di rotta, attraverso tanti piccoli gesti ai quali molti danno peso. Era dalla primavera del Concilio che non si registrava tanta speranza, dentro e fuori la Chiesa. Il nostro è un mondo che ha sete di infinito e il tramonto delle ideologie lo ha lasciato orfano di futuro, di senso del vivere. Ed ecco questo Papa, con la cultura di un Gesuita e lo spirito di un Frate francescano, incarna oggi la figura di chi annuncia con la parola e con i gesti la misericordia di Dio, un Dio vicino a tutti e in particolare agli ultimi, un Dio che non si stanca di perdonarci e di confermarci la sua fiducia.  E in questo clima quante potenzialità (individuali e comunitarie) emergono e si attivano: da mille anni non accadeva che il Patriarca ortodosso fosse presente all’insediamento di un pontefice romano e lui stavolta arriva e Papa Francesco lo chiama “Fratello”, e “fratello” chiama il Primate degli Anglicani e il Presidente della confederazione luterana di Germania: è una meravigliosa apertura di dialogo ecumenico. E ancora l’accoglienza dei non credenti, l’apertura alle donne, ai giovani, agli emarginati; i suoi gesti profondamente umani, il suo insistere sull’amore di un Dio di infinita misericordia: tutto questo ha attirato le persone, anche i tiepidi e gli incerti. Non è un mistero che nel periodo pasquale ci sia stato un afflusso maggiore –rispetto agli altri anni – al Confessionale. Il nuovo sta davvero affiorando. Buttiamoci allora noi pure con entusiasmo: saremo “nuovi”!

GRAZIE, Signore!

don Ubaldo