Nel panorama della Bibbia la vita dell’uomo è vista come un’incessante lotta tra bene e male, in quanto l’attrazione al bene (Dio) è forte, ma la tentazione del maligno è costante, anche se non sempre facilmente percepibile.
Ora: la Quaresima è per la comunità cristiana come un allenamento, è la palestra dello spirito in cui si impara a vivere, a lottare, a sperare, a gioire per la vittoria sulle menzognere proposte del potere e del benessere.
In questo Anno della Fede la Quaresima sarà l’occasione per puntare con più attenzione gli occhi su Gesù, per conoscerlo ancor più profondamente, e per affidarci a Lui senza misura, convinti e decisi.
Anche Gesù ha vissuto la Quaresima: a 30 anni, lasciata Nazareth, si avvia verso il Giordano e là, inizia la sua vita di condivisione con chi avverte di avere il cuore ingrossato della fragilità del peccato. È là, in fila con i peccatori. Ascolta la voce del Padre: “Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto”! Tuttavia questo amore del Padre ha necessità di essere purificato nel crogiolo delle tentazioni: allora ecco Gesù salire verso il deserto di Giuda e per quaranta giorni si sottopone alle tentazioni che l’antico popolo d’Israele aveva subito nei quarant’anni del deserto: la fame, la sete, il dubbio su Dio, la disperazione, la presunzione di essere un popolo superiore, una nazione privilegiata. Gesù là nel deserto attraversa il dramma della tentazione, della superbia, della sazietà, dell’applauso, dell’ubriacatura del successo: non la superbia, ma l’umiltà; non la strumentalizzazione di Dio, ma la fiducia leale in Lui; non il favore della gente, ma la silenziosa umiltà del servizio.
In tal modo Gesù esce vittorioso dalla lotta; satana si allontana, sconfitto, anche se non si arrende: ritornerà nel momento della Passione, al Getsemani e sul Calvario, ma pure allora risulterà sconfitto, definitivamente.
Puntando pertanto gli occhi della mente e del cuore su Gesù, vincitore nelle tentazioni, vediamo che Lui dimostra una fede incrollabile in Dio, sicuro che non lo avrebbe mai abbandonato e nello stesso tempo ci insegna che le tentazioni e ogni difficoltà della vita non si superano perché siamo bravi, ma perché ci si fida di Dio che è amore fedele; infatti, Gesù vince, appoggiandosi sulla S. Scrittura: “Sta scritto: “Non di solo pane vive l’uomo”; “Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai”; “Non tenterai il Signore Dio tuo”!”.
Per noi, allora: Quaresima è serio cammino di affidamento al Signore. Impegnati a liberarci – con il Suo aiuto – dalle nostre fragilità, ritroveremo la passione per vivere le cose quotidiane con maggior dedizione, con il sorriso e con la cordialità; ma soprattutto ci accorgeremo che in ogni angolo buio della nostra vita Dio ha nascosto un germe di benedizione; scoprendolo, ci accorgeremo di non essere soli, ma accompagnati dal Signore, sempre attento e provvidente nei nostri riguardi. Allora il nostro cuore, spontaneamente, si lascerà invadere da grande serenità perché animato dagli stessi sentimenti del Signore.
don Ubaldo