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Editoriale

Quaresima: dalla cenere di ciò che si è, alla luce di ciò che si diventa con Gesù.

Marzo-2014Un tempo, quindi da non ridurre alla pratica di alcune preghiere, ma da vivere nella fede che chiama a conversione profonda”.

È utile ricordare come la Quaresima abbia una duplice finalità: la preparazione immediata al sacramento del battesimo per coloro che lo celebrano nella veglia pasquale; la riscoperta della propria identità cristiana rovinata dal peccato per i battezzati. Un tempo, quindi da non ridurre alla pratica di alcune preghiere, ma da vivere nella fede che chiama a conversione profonda. Più che “fare” qualcosa, si tratta di “dimorare” nel Signore. La Quaresima è dunque un tempo che ci offre l’opportunità di realizzare tutto ciò attraverso una esperienza penitenziale. Vivere gesti concreti di penitenza aiuta ad assumere uno stile di conversione e dar corpo così alla provocante parola del Maestro: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino, convertitevi e credete al Vangelo”.

La pratica penitenziale viene assunta dalla Chiesa stessa e quindi diventa un’esperienza comunitaria: è tutta la Chiesa nei suoi membri ad ogni livello che assume questo atteggiamento penitenziale per alimentare la consapevolezza diffusa che sia l’intera comunità chiamata a conversione. Tutta la comunità viene invitata a chiedere perdono per le parti “malate” della sua stessa realtà. Il digiuno, la preghiera e l’esercizio della carità che il cristiano nella e con la comunità vive, attestano come concretamente vivere questo atteggiamento di conversione. A supporto del cammino verso la Pasqua ci vengono offerti dalla liturgia domenicale dei testi della Parola che ci fanno riscoprire il battesimo: Cristo è acqua e luce di cui non si può fare a meno, Egli è vita di una umanità segnata dalla morte. Si tratta così di accettare di “morire con Lui” per approdare con lui vittoriosi alla Pasqua.

Considerata in questa prospettiva, la Quaresima, non può essere ridotta ad un tempo che prepara alla Pasqua, ma vissuta come un vero “sacramento” della nostra conversione, come cammino personale e comunitario che porta ad una rinascita autentica: “Tu (Signore) riapri alla Chiesa la strada dell’Esodo attraverso il deserto quaresimale, perché ai piedi della Santa montagna, con il cuore contrito e umiliato, prenda coscienza della sua vocazione di popolo dell’alleanza, convocato per la tua lode nell’ascolto della tua parola e nell’esperienza gioiosa dei tuoi figli” (prefazio di Quaresima).

Un’alleanza che trova il suo culmine e la sua piena attuazione in Gesù Cristo venuto a chiamare gli uomini alla salvezza. Proprio la riscoperta e la fedeltà alla vocazione alla santità mira il cammino di questi quaranta giorni dell’itinerario quaresimale: passare cioè dalla cenere di ciò che si è, alla luce di ciò che si diventa se si seguono le orme di Gesù.
Buon cammino a tutti.

don Francesco