“Già la notte è inoltrata
Le stelle lucenti brillano nella fredda atmosfera
Vieni, vieni Gesù: io ti attendo!
Affrettati, eccoti il mio amore.
L’anima mia è povera, senza virtù:
la paglia di tante mie imperfezioni
ti pungeranno, ti faranno piangere.
Signore, che vuoi? È tutto quello che ho!
Mi commuove la tua povertà,
mi intenerisce, mi strappa le lacrime;
ma io non ho di meglio da offrirti
Gesù, abbellisci l’anima mia,
adornala con le tue grazie,
brucia questa paglia
e cambiala in un soffice giaciglio per Te!
Gesù, ti aspetto, vieni nel mio cuore;
sono povero, ma ti riscalderò più che posso.
Accogli il mio desiderio di volerti un gran bene.
Tu sei ricco e vedrai i miei bisogni;
Tu sei fiamma di carità, e mi purificherai;
Tu sei la santità, e mi ricolmerai di grazie.
Vieni, Gesù: ho tante cose da dirti;
tante pene da confidarti,
tanti desideri, tante promesse, tante speranze.
Vieni, Gesù, non tardare,
accetta il mio invito. Vieni!”.
Sono pensieri, che diventano preghiera, scritti dal chierico Angelo Giuseppe Roncalli nella sua piccola stanza di Seminario la notte tra il 24 e il 25 dicembre 1902: curvato su quel Bambino, nel silenzio della notte, gustava quella gioia profonda, mistica, che gratuitamente Dio regala a chi veglia, con fiducia e con amore.
E ciò è possibile fare oggi, pure a noi.
Allora, avanti: curviamoci silenziosi su quel Bambino e guardandolo con tenerezza, apriamogli il cuore.
È l’invito che rivolgiamo a tutti, mentre fraternamente auguriamo BUON NATALE
Don Ubaldo
Don Adelio
Don Luca
Don Benedetto