Questo nostro tempo rappresenta un passaggio fondamentale per il destino del Pianeta. Il rapido susseguirsi di avvenimenti oggetto di reportage a livello internazionale e le costanti emergenze umanitarie portano ad interrogarsi sul nostro futuro e sul tipo di “abitare” a cui aspiriamo, che vogliamo per la Terra. Ed è in questo scenario che l’ambiente diventa un aspetto di particolare rilevanza.
Da pochi mesi abbiamo chiuso un anno che si è caratterizzato anche per due grandi e significativi appuntamenti: l’Enciclica Laudato Sì ed Expo. L’enciclica di papa Francesco esprime forte e chiara la propria posizione nei confronti della difesa del Creato nel rispetto di quanto è stato donato all’ uomo e di cui egli è custode e non padrone. L’Expo, con luci e ombre, ha comunque posto all’attenzione generale il tema della sostenibilità, dando grande risonanza alla problematica, del cibo, della corretta alimentazione e dello spreco. Sempre più spesso siamo di fronte ad avvenimenti che hanno grande eco e creano nuovi stimoli sia a livello regionale e provinciale sia a livello di istituzioni centrali. Emergono sollecitazioni sempre crescenti perché si operino scelte che portino noi, ospiti della Terra, ad una più attenta consapevolezza dei problemi del territorio e dell’ambiente nonché ad impostare programmi adeguati che ne tutelino le esigenze e lo valorizzino. Scelte che sempre più si impongono.
L’Enciclica Laudato Si’ di papa Francesco, indirizzata a tutta l’umanità, non solo ai cristiani, ha un’aspirazione ardentemente francescana, la Terra è “sorella”, “famiglia”, abitata da creature che sono “fratelli e sorelle” e la fraternità non riguarda solo gli esseri umani, ma comprende tutte le creature. La visione biblica della creazione ci fa comprendere la Terra in tutta la sua bellezza e dignità e ci porta a rovesciare la visione consolidata di una certa cultura moderna che ha condizionato la civiltà occidentale e lo stesso cristianesimo, considerando e vivendo il nostro pianeta come materia da usare, da abusare e da cui trarre illeciti vantaggi. Ed è stato questo aspetto erroneo della visione del creato la causa principale della crisi del vivere oggi. Quale il rimedio? Con papa Francesco ritengo che noi cristiani dobbiamo ripartire dalla riscoperta dell’armonia tra Dio, uomo e mondo. È innegabile come questo nostro tempo esiga la prosecuzione, sempre più risoluta, di quel processo di cambiamento del modello di sviluppo che ha mosso i primi passi in sordina e che oggi sta, lentamente, affermandosi. È un stagione nuova, la nostra, che evidenzia la necessità di cambiamenti, talora anche radicali, attraverso una presa di coscienza responsabile e condivisa che li renda attuabili.
don Francesco Poli