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Editoriale

Un fatto nuovo “accade”!

Marzo-2016Di ritorno da Emmaus, i due discepoli riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto Gesù nello spezzare il pane. Lc 24, 35

Anche a noi, in questa Pasqua, parlano i due discepoli di Emmaus. Sono in città, tornati di corsa dal villaggio di Emmaus col cuore in tumulto. Ripercorrono la strada che, sconsolati e tristi, hanno fatto
all’inizio di quello stesso giorno, primo della settimana. Nell’andare il loro cuore era appesantito, scosso per i tragici eventi della passione di Gesù, fino a quando durante il cammino, Gesù in persona si era fatto loro vicino e conversava. Poi il pasto condiviso e il gesto del pane spezzato. E, lì, lo hanno riconosciuto: Rimani con noi, Signore! Sussurrano… Ora sono ritornati. La strada non li affatica e la terra brucia sotto i loro piedi. Arrivati in città si dirigono nella casa dove sono radunati gli apostoli. Entrano, raccontano quanto appena capitato. Mentre parlano, “accade”: Gesù Risorto è con loro. Che meraviglia!

Da quell’incontro, ogni giorno su ogni strada ancora “accade” che la fede nel Risorto sia testimoniata da qualche discepolo, fino raggiungere anche me. Interiormente la accolgo e la comunico, pur nella povertà di ciò che sono. Infatti quando parlo della mia fede nel Risorto in famiglia, ai figli, quando racconto di come l’ho incontrato nei fatti della vita quotidiana, nel lavoro come nello svago, nella preghiera come nell’eucaristia domenicale, nei gesti di misericordia ricevuti e donati, il Signore risorto si fa nuovamente presente e così, semplicemente, “accade” che Egli sia.
L’evento di novità che è la Pasqua di Gesù allora, si diffonde anche attraverso noi, viaggiatori incerti in città senz’anima.
È essa la bella notizia da sempre attesa, un vangelo, da bocca a orecchio, da cuore a cuore, da vita a vita: ancora “accade”, Gesù è vivo.

“Accade” così che ancora ci sia la Pace come dono del Risorto.
Quella pace che rinasce ogni Oasqua e che ci fa sentire ancora amati.
Pace da alimentare e diffonder, non è un’irrealistica utopia in un mondo dilaniato dall’odio, dalla violenza, dall’indifferenza. E così, semplicemente “accade”, che grazie al ritorno di due discepoli da Emmaus, riprendiamo il cammino mentre Gesù in persona rimane con noi. Ancora “accade”: Pasqua di pace.

don Francesco Poli