Ne siamo convinti: è tempo di nutrire e custodire la democrazia. E su questo tema siamo in piena sintonia con papa Francesco, il quale, dinanzi ai deputati del Parlamento europeo, pose quali temi attuali: l’immigrazione, la tutela dell’ambiente e la promozione dei diritti umani e della democrazia, esortando l’Europa a riscoprire “la sua anima buona”. Per papa Francesco, la democrazia odierna, deve passare da un livello a «bassa intensità» ad un livello ad «alta intensità». Detto altrimenti, essa deve vincere la povertà, includendo tutti i cittadini nel mercato e nel welfare, oltre che nei circuiti della politica. Una democrazia che richiede oggi una rinnovata partecipazione dei cittadini alla vita della comunità nelle sue diverse declinazioni.
Un compito non facile se consideriamo che, per la cultura odierna, gli obiettivi da realizzare attraverso tale partecipazione democratica sembrano ridursi principalmente a quelli della gestione degli interessi materiali: il consolidamento e sviluppo della ricchezza e delle conoscenze tecnico-scientifiche. Anche la tutela dei diritti umani – obiettivo fondamentale che gli Stati contemporanei affermano di perseguire – è in realtà vista in quest’ottica: tali diritti risultano, in ultima analisi, la specificazione di non essere obbligato a seguire una determinata strada nella personale ricerca della felicità (diritti civili) e di partecipare ad una certa ripartizione delle ricchezze materiali (diritti economico-sociali).
Come la realtà dei fatti ci mostra, le polis di oggi difficilmente si impegnano nella ricerca di valori assoluti, di risposte alle domande sul senso della vita: anzi, da un lato tendono a rinunciare ad alcuni dei valori tramandati dalle precedenti generazioni a favore della convivenza con altri (società multiculturale), dall’altro cercano di stabilire un minimo comun denominatore valido per tutte le comunità del pianeta, basato sulla dimensione materiale.
Per quanto riguarda poi le istituzioni rappresentative, va rilevato che l’idea che i cittadini siano decisori dei rappresentanti attraverso le elezioni è ostacolata, almeno parzialmente, dalle sempre più notevoli difficoltà frapposte all’esercizio stesso di questa decisione: la crescente quantità di conoscenze specialistiche necessarie per la valutazione delle scelte pubbliche e l’affinamento delle tecniche di manipolazione del consenso – quella che viene definita l’abilità persuasiva costruita dai Media – la rendono spesso più apparente che reale. In secondo luogo, la rappresentanza degli interessi di parte sembra prevalere sulla rappresentanza delle esigenze del bene comune, prendendo il sopravvento sulla funzione comunitaria che dovrebbe essere svolta dalla sfera sociale. Come mantenere viva la democrazia? Vengono oggi formulate varie proposte, fra cui, in particolare, l’integrazione europea, accompagnata da un’effettiva democratizzazione della stessa e dal decentramento e sussidiarietà, per evitare che il divario di identificazione del singolo con la comunità di appartenenza si allarghi troppo. Ma, senza un’adesione di ognuno di noi ai valori democratici propugnati dalla nostra Costituzione e senza un’effettiva partecipazione alla res publica a tutti i livelli, sarà difficile che la democrazia si rafforzi.
don Francesco Poli