La quaresima ci offre, ogni anno, la possibilità di iniziare un nuovo cammino di fede. Come un metterci “al principio” del vangelo per ascoltarlo: “Inizio del vangelo di Gesù Cristo, figlio di Dio”. “Ecco, dinnanzi a te io mando il mio messaggero egli preparerà la tua via”. La prima frase del vangelo di Marco, per esempio, ci presenta, al “principio” l’atteggiamento di fede di Giovanni il Battista. Egli vede la realtà come giudizio e salvezza di Dio per l’uomo. Giovanni, il precursore di Gesù, posto all’inizio del Libro rivelato ci indica l’atteggiamento del discepolo che accoglie il vangelo come il gioioso annuncio che Dio è ormai con noi in Gesù. Come il Battista è tutto orientato alla luce del vangelo, proteso verso Gesù e trova nella luce del Figlio di Dio il significato della sua stessa esistenza, così il discepolo già dall’inizio trova il significato del proprio vivere. Questo consiste nella luce che gli promana Gesù, il principio di tutte le creature.
Ciò potrà accadere anche a ciascuno di noi se ci lasciamo raggiungere dalla luce di Gesù entrando da subito a far parte del vangelo: il discepolo, come il Battista, pur precedendo Gesù, con la sua esistenza umana, lo “segue” nella fede sullo stesso cammino. Il discepolo appare quale immagine dell’uomo che solo in Gesù riceve illuminazione interiore e trova la sua vera identità; assume una piena consistenza umana; si introduce nella novità assoluta del vangelo lasciandosi alle spalle il “mondo vecchio” per entrare nel “mondo nuovo” che si dischiude alla sua libertà. Questo incontro dà inizio ad una nuova creazione.
Il Signore è veramente tra di noi e si lascia trovare da quanti lo cercano. A Lui bisogna guardare, la sua presenza suscita l’appello alla conversione che il Battista sollecita a riconoscere quale invito rivoltoci da Dio ad intraprendere un nuovo viaggio, come un Esodo definitivo. Questo Esodo sarà diverso da quello del popolo antico; non si tratta infatti di uscire dall’Egitto per andare verso Gerusalemme, ma di compiere un viaggio al contrario: è un esodo da Gerusalemme, verso una nuova terra dove nessuno ancora è stato. È un esodo che ci fa passare dalla pratica esteriore della Legge di Dio, al vivere nello Spirito che è vita. Un uscire dal proprio mondo fatto di egoismo, quasi un “disertare da noi stessi”, svuotarci dai nostri criteri per fare spazio a Colui che viene dopo, ma che era prima di noi. Il cammino quaresimale ci apre così la strada per questo nuovo inizio del vangelo: l’esodo definitivo con il quale ogni discepolo si incammina verso la patria promessa: quell’Assoluto che è Dio. Nessuno lo ha ancora pienamente conosciuto, pur sentendone una grande nostalgia.
don Francesco