“…Il sepolcro vuoto
determina un inizio,
non una fine:
la tomba diventa
il luogo
della nascita”.
Lo sappiamo tutti: nascere, vivere e morire è la traiettoria normale della vita. Nessuno può sottrarsi a questo percorso. Ora, la Pasqua, la resurrezione di Gesù spezza questa traiettoria, liquida definitivamente questa “triste storia”. Infatti, per il credente, il sepolcro vuoto determina un inizio, non una fine: la tomba diventa il luogo della ri- nascita. È strano come gli artisti che hanno ritratto il Cristo pasquale non l’abbiamo mai raffigurato nell’atto di uscire da una culla. Eppure il Figlio che torna al Padre, nella gloria, dopo aver fatto, fino in fondo, la “Sua volontà” è come un “neonato”: Cristo Risorto è l’immagine dell’uomo nuovo che ritorna, dopo la morte alla vita, nuovo inizio; una nuova creazione. Questa è la Pasqua del credente e non possiamo viverla davvero se non perché siamo disposti a lasciarci mettere in gioco da Gesù, a rivedere il nostro modo di vivere la vita. Infatti una festa pasquale che non incida sui nostri comportamenti quotidiani, che non ci metta dentro la voglia di una “nuova creazione”, che non semini nel nostro cuore la nostalgia di un futuro migliore, è un fallimento umano e spirituale. La Pasqua non può essere un fatto tra i tanti che ci capitano nell’anno, una veloce escursione nella dimensione religiosa, per poi tornare alla vita di sempre.
A noi cristiani spesso “fiacchi” nella fede, ci costa troppo decidere per una vita da Risorti, accettare di diventare creature nuove inserendoci nel Mistero della passione, morte e resurrezione di Gesù. Preferiamo, infatti, vivere il quotidiano con superficialità, con la convinzione che la “pietra” dell’indifferenza che abbiamo dentro è troppo pesante per essere ribaltata via: Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro? Pensiamo, con una certa rassegnazione. Senza riconoscere come questo masso che abbiamo dentro non siamo noi a rimuoverlo: c’è Qualcuno che può provvedere a rotolarlo via. La pietra tombale, quella che ci murava nel nostro “mondo vecchio”, in cui siamo prigionieri è stata già scaraventata lontano dalla resurrezione di Gesù. Noi possiamo finalmente uscire fuori. È proprio il Risorto che ci fa entrare nel mondo nuovo: Lui è il nostro “passaggio” la nostra Pasqua.
Ancora una volta, Cristo con la sua Risurrezione, ci consegna un mondo nuovo, redento. L’unica cosa che Egli ci chiede è il coraggio di andare avanti, di non stare fermi: tagliare i ponti con il vecchio modo di essere. Dio in Gesù risorto, ha rimosso la pietra che ci teneva nella schiavitù; oggi più nessuno può farci paura. È questa la Pasqua che vogliamo: rinascere a vita nuova per essere testimoni del Risorto.
don Francesco