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Editoriale

La vita cristiana: un’esperienza gioiosa.

Nell’Esortazione Apostolica Evangelii gaudium papa Francesco ci ricorda che all’inizio dell’esperienza cristiana non c’è una decisione morale o un’idea bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona: il Crocifisso – Risorto che dà alla vita un nuovo orizzonte e che esige la scelta. L’incontro con il Signore risorto avviene nell’intimo dell’esistenza di ogni persona: la vita cristiana consiste quindi nel cercare un legame con Gesù Cristo e con le persone, animati dal desiderio di vita autentica, permettendo così a Dio di condurci fino al raggiungiamo del nostro essere più vero: vivere come donne e uomini spirituali.

L’unità di misura per scoprire e realizzare autenticamente la nostra esistenza, come pure conoscere da donne e uomini spirituali il Mistero delle cose, non può essere la predefinita volontà egocentrica presente in ciascuno, vivendosi inconsapevolmente, interpretando tutto attraverso la lente di un io autosufficiente, ma piuttosto la piena apertura di ciascuno alla Persona di Gesù Risorto che ci viene incontro con una proposta di vita autentica fondata sull’attenzione, la disciplina, la capacità di tenere davvero agli altri, di sacrificarsi per loro, sull’amore che è libertà e che si manifesta nel dono pasquale della fede. La nostra apertura al dono della fede è innanzitutto la speranza che ci sia una realtà che vada oltre le esperienze quotidiane e oltre l’umana ragione intesa quale unica bussola. È l’esperienza dei due discepoli di Emmaus: persi nelle astrazioni sulla fine tragica del Crocifisso, tristi e sconsolati ragionano sugli avvenimenti, non prestano attenzione a ciò che succede davanti ai loro occhi, ma sono comunque aperti alla speranza. Il loro “speravamo”, testimoniato al Viandante che li accompagnava lungo la strada per Emmaus, è la scintilla che li porterà a riconoscerlo come il Risorto: “Rimani con noi, Signore!”. Appare così palese come l’azione di Dio nella realtà quotidiana si possa cogliere mediante (grazie a) delle tracce: è nostro compito individuarle e cogliere la presenza del mistero di Dio nell’esistenza personale oltre che nella vita del nostro tempo. Credere significa accogliere Gesù che cammina con noi; passare dall’io che si alimenta di sé – prigioniero di una costante ricerca di altro, scontento e senza prospettive – ad affidarsi a Colui che ci conosce veramente e desidera associarci al Suo amore.

In questo incontro con il Risorto noi siamo però come “lo Stupito”: l’incontro della fede ci accade quasi d’improvviso, il Risorto ci trova così come siamo e a mani vuote. Di fronte all’immenso amore di Gesù che ci incanta e ci sconvolge con la sua presenza di vita nuova, non ci rimane che offrire a Lui il dono stesso dello stupore. L’inizio dell’esperienza cristiana è un “di più di vita” che ci raggiunge attraverso l’incontro inatteso con il Risorto; questo “di più di vita” non può essere dato per scontato, ma va sempre custodito e conservato. Per questo è necessario vivere in comune il cammino di vita cristiana: se la Chiesa origina da un avvenimento che rinnova radicalmente la vita, la nostra realizzazione è un cammino da condurre in modo gioioso insieme al Risorto e ai fratelli.

don Francesco Poli