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Editoriale

Verso Betlemme

Dicembre-2015Verso Betlemme. Maria è stanca del viaggio, sottoposta anche agli scossoni di un asino paziente, ma incapace di renderle sollievo lungo una pista dissestata. Durante il cammino, Maria ritorna con la mente e il cuore al giorno della vista dell’arcangelo Gabriele; a quelle Parole udite e poi risuonate nel cuore, inaspettate come un lampo e penetranti come una spada. L’avevano resa gioiosa, luminosa e bella: Rallegrati, o piena di grazia (Lc 1,30). Quel giorno del concepimento per opera dello Spirito Santo, Maria si consegnava al Mistero e si apriva come dono al Dono di Dio. Aveva detto “Sì” all’angelo del Signore era consapevole e convinta. Era realtà ciò che avveniva, non un sogno.

Ancora, lungo la via di Betlemme, Maria rivive un altro viaggio, quello di pochi mesi prima che l’aveva portata tra i monti della Giudea fino al villaggio in cui abitavano Elisabetta e Zaccaria, suoi familiari. Aveva appreso con gioia la notizia del concepimento di Elisabetta. L’incontro tra Maria e Elisabetta fu gioia profonda per entrambe, denso di sorprese e di parole nate dal cuore: Benedetta tu Maria tra le donne. E beata perché hai creduto alla Parola (Lc 1,42). La parola di Maria si fece cantico: L’anima mia esulta nel Signore! Dio è con loro e già tra noi.

Maria, prossima al parto e protetta nel suo viaggio da Giuseppe, sente nostalgia della piccola, ma accogliente casa di Nazareth dove aveva vissuto la gestazione del Figlio tra le fatiche, la sorpresa e la premura dei suoi. Giuseppe aveva condiviso l’attesa e, a suo modo, aveva dato il suo “Sì” a Dio facendosi partecipe del progetto d’amore del Signore.

Adesso non è più tempo di ricordi e pensieri, siamo a Betlemme, l’asino con il suo carico di vita attraversa il villaggio: Non c’è posto per loro nell’albergo (Lc 2,7). Giuseppe e Maria si sentono poveri, mendicanti, carichi di preoccupazioni e soli. Sono senza l’aiuto umano, ma non senza Dio il Quale apre loro la porta della Sua casa a Betlemme: una dimora di fortuna con una mangiatoia. Maria e Giuseppe si guardano, migranti in una stalla, con un figlio che nasce. Maria cercava ancora di capire il Mistero e si ripete: Ascolta, Israele (Deut. 6,4). Nella stalla la Famiglia di Nazareth rimane così, nel buio, a contemplare. Non c’erano se non i rumori di una notte in campagna. Maria contempla il figlio – dono di Dio – mentre pregava con il cuore: “Ascolta, Israele”, e così si faceva voce di popolo in attesa del dono di salvezza.

In quel momento, il dono di Dio ci viene annunciato e i pastori del luogo, per primi si muovono con fede.(Lc 2,8-20); cercavano il bambino. Ascolta, Israele… pensa Maria, mentre Giuseppe si preparava all’inatteso. Non abbiate paura; cercate un bambino, avvolto in fasce e in una mangiatoia. I pastori alzando le fiaccole, gridarono: l’abbiamo trovato. Raccontarono di angeli, di cori celesti, di luce, di messaggi di un bambino Salvatore, Messia, Signore, e quasi si scusavano. Ma quegli angeli ci hanno detto: Andate… e siamo venuti. I pastori scoprirono che Dio, quella notte, era con loro: il Bambino deposto nella mangiatoia; potevano vederLo e adorarLo.

Maria e Giuseppe in questa notte di Natale rimangono in silenzio e, in cuor loro, scoprono il significato di quel viaggio come di tutta la loro vita. (Lc 2,19). Ho ascoltato veramente fino in fondo la Parola sembra dire Maria a Giuseppe. E lui testimonia che davvero: la Parola si è fatta carne ed è veramente questo bambino. Il viaggio di Maria si è concluso. Inizia il nostro viaggio, incontro al Figlio. Buon Natale.

don Francesco